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21/04/2021

Prospettive per gli appalti pubblici: novità in vista

Prospettive per gli appalti pubblici: novità in vista

Una nuova fase di particolare fermento normativo si presenta all’orizzonte nel mondo degli appalti pubblici, tra recovery plan, legge annuale europea e legge sulla concorrenza.
Molte saranno le novità che interesseranno le stazioni appaltanti e gli operatori economici e le prospettive per gli appalti pubblici sono molteplici.
Le principali riguarderanno sicuramente:

  • la necessità di adeguarsi a quanto rilevato dalla Commissione europea con la procedura di infrazione 2018/2273, con la quale è stata contestata all’Italia l’incompatibilità rispetto alle Direttive Europee di una lunga serie di disposizioni dell’Ordinamento interno in materia di contratti pubblici. Il recente DDL europea 2019-2020 mira a fornire alcune risposte alla procedura di infrazione comunitaria, in particolare in materia di subappalto;
  • la scadenza del 30 aprile per presentare alla Commissione europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Tale Piano, come noto, dovrà tracciare gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l'Italia intende realizzare con i fondi europei del Recovery Fund;
  • la prossima Legge annuale per il Mercato e la Concorrenza per il 2021 (“Legge per la Concorrenza 2021”), in vista della quale l’AGCM, con una Segnalazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, ha inteso tra le altre cose fornire la propria prospettiva sul futuro del mercato degli appalti pubblici;

Resta poi da sciogliere il nodo delle “deroghe a tempo e “semplificazioni” introdotte dall’omonimo D.L. Semplificazioni e successiva  L. 120/20 di conversione relativamente alle procedure di affidamento, con scadenza al momento fissata al 31.12.2021.

La necessità di adottare ulteriori misure semplificatorie appare poi particolarmente sentita anche e soprattutto in vista dell’impiego delle ingenti somme destinate al nostro Paese rinvenienti dal Recovery Fund. Sul punto, la strada intrapresa, tuttavia, non appare al momento quella di una sospensione integrale del Codice con applicazione delle Direttive UE (pur auspicata dall’AGCM), bensì l’adozione di ulteriori norme specifiche derogatorie, volte a reiterare / introdurre disposizioni e / o regimi semplificatori. Questa volta con la finalità ultima di arrivare preparati e puntuali - con un quadro normativo idoneo - all’appuntamento storico rappresentato dall’opportunità rappresentata dal Recovery Fund.

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D.L. Semplificazioni e L. 120/20 di conversione: normativa e modifiche in arrivo
Webinar, 28 aprile ore 14-18
Saranno analizzate le novità in arrivo in tema di semplificazioni e considerate le prospettive per gli appalti tra Recovery Plan, Legge annuale europea e legge sulla concorrenza
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APPROFONDISCI I DETTAGLI DELLE PROSPETTIVE PER GLI APPALTI PUBBLICI

Il mondo degli appalti pubblici sta entrando in una nuova fase. Un periodo di particolare fermento normativo pare infatti prospettarsi all’orizzonte.

Che si tratti di una materia già in costante evoluzione non rappresenta certo una novità, date le continue modifiche che si sono succedute negli ultimi anni, che non trovano pari in altri settori del diritto e dell’economia.

Senza poter qui ripercorrere i già numerosi interventi che hanno fatto seguito all’adozione del D.Lgs. n. 50/2016, basti qui ricordare che, da ultimo, le istanze di semplificazione, legate in particolare alla necessità di superare la crisi innescata dall’emergenza epidemiologica da Covid 19, hanno trovato una (invero, non del tutto satisfattiva e compiuta) realizzazione nel c.d. “DL Semplificazioni” (D.L. n. 76/2020, convertito in L. n. 120/2020).

Sullo sfondo rimane poi, a tutt’oggi, la necessità di adeguarsi a quanto rilevato dalla Commissione europea con la procedura di infrazione 2018/2273, con la quale è stata contestata all’Italia l’incompatibilità rispetto alle Direttive Europee di una lunga serie di disposizioni dell’Ordinamento interno in materia di contratti pubblici. In proposito, il recente Disegno di Legge europea 2019-2020, recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea” (“DDL n. 2670” o “Disegno di Legge Europea”) mira a fornire (in realtà solo alcune) risposte alla procedura di infrazione comunitaria.

In tale contesto di cambiamento, si inseriscono poi:

  • la ravvicinata scadenza del 30 aprile per presentare alla Commissione europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Tale Piano, come noto, dovrà tracciare gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l'Italia intende realizzare con i fondi europei del Recovery Fund, dicitura ereditata dal progetto iniziale di un “fondo per la ripresa”, oggi più correttamente e complessivamente qualificato come Next Generation EU;
  • la prossima Legge annuale per il Mercato e la Concorrenza per il 2021 (“Legge per la Concorrenza 2021”).

Tutte tessere di un ben più ampio mosaico che, in un modo o nell’altro, nel breve / medio termine vedrà quindi mutare la propria fisionomia.

Nel presente, sintetico contributo si fornirà un’analisi dello stato dell’arte e delle novità in vista e si tenterà, altresì, di delineare le possibili prospettive che attualmente si potrebbero delineare per il mercato degli appalti pubblici.

La Legge Europea 2019 – 2020 e le disposizioni in materia di appalti pubblici

Nell’immediato, uno degli aspetti da monitorare più da vicino è indubbiamente l’adozione della Legge Europea 2019 – 2020, al momento in sede di esame da parte delle Commissioni parlamentari. Il DDL n. 2670 è stato infatti approvato dalla Camera dei Deputati in prima lettura il 1°aprile 2021 ed è stato trasmesso il successivo 2 aprile 2021 al Senato della Repubblica dove, il 6 aprile 2021, è stato assegnato alla XIV Commissione.

In particolare, per quanto qui interessa, l’art. 8 del DDL si propone di novellare diversi articoli del D.Lgs. n. 50/2016 al fine di conformarsi (parzialmente) alle notazioni di cui alla procedura di infrazione comunitaria 2018/2273.

Se dallo stesso Dossier del 26 marzo 2021 elaborato dal Centro Studi della Camera dei Deputati, emerge che «[…] l’art. 8 in esame affronta solo alcuni dei profili di incompatibilità con la normativa europea sollevati con la citata procedura di infrazione», le modifiche più rilevanti si concentrano sull’art. 80, commi 1 e 5 e sull’art. 105, da un lato per limitare la verifica dei motivi di esclusione in capo al solo operatore economico e non estenderla al subappaltatore, dall’altro per abrogare l’istituto della terna dei subappaltatori. Infine, con il comma 2 dell’art. 8 si provvede a sopprimere la disciplina transitoria per il subappalto recata dal D.L. n. 32/2019 (c.d. “Sblocca Cantieri”).

La proposta dell’AGCM per una riforma della disciplina degli appalti pubblici

Nel contesto di rinnovamento sopra delineato, appare rilevante l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (“AGCM”) in vista della Legge per la Concorrenza 2021.

Con il proprio atto di Segnalazione al Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi degli artt. 21 e 22 della legge n. 287/1990 (disponibile a questo link: l’Autorità ha inteso tra le altre cose fornire le proprie prospettive per gli appalti pubblici.

L’intervento ha ovviamente ad oggetto un’amplissima serie di ambiti, che spaziano dalle infrastrutture portuali al settore farmaceutico, passando per il commercio al dettaglio. Per quanto qui interessa, la segnalazione muove dalla premessa per la quale “Un ruolo cruciale nella ripresa del Paese può essere svolto dalla modernizzazione e semplificazione della Pubblica Amministrazione”, giacché “Un’amministrazione pubblica efficiente e una regolazione semplice e trasparente costituiscono una pre - condizione essenziale per lo sviluppo competitivo dell’economia italiana in termini d’innovazione e crescita”.

Con specifico riferimento agli appalti pubblici, l’Autorità rileva come “[…] la riforma degli appalti pubblici, volta a modernizzare e semplificare le regole e le procedure applicabili, deve essere considerata tra gli obiettivi strategici ai fini del rilancio dell’economia e dell’attivazione degli investimenti” e questo perché “Fin dalla sua nascita, infatti, il Codice dei contratti […] ha rinviato, per la definizione della normativa sui contratti, alla successiva emanazione di altri atti di varia caratura normativa […] Ne è derivato un labirinto di norme che, di fatto, generano inefficienze nel public procurement: da qui la necessità di definire regole più semplici”. Ebbene, al riguardo, l’Autorità propone due interventi:

  • uno più immediato, da adottare nel breve periodo, consistente nella sospensione dell’applicazione del Codice, con ricorso alle sole disposizioni delle Direttive comunitarie alle procedure interessate dall’erogazione dei fondi europei del Next Generation EU e alle opere strategiche, con le dovute integrazioni laddove le disposizioni europee non siano immediatamente self executing; ciò, secondo l’Autorità, consentirebbe di superare una serie di criticità presenti nella vigente disciplina degli appalti pubblici, “riducendo il c.d. red tape, ossia gli oneri amministrativi e burocratici imposti alle imprese e alle stazioni appaltanti che rallentano, spesso ingiustificatamente, le procedure di gara”;
  • nel medio periodo, invece, l’Autorità suggerisce di operare una complessiva revisione del Codice dei contratti (utilizzando la tecnica del “copy out” delle Direttive), nell’ottica da un lato di semplificare le procedure applicabili e dall’altro di valorizzare la discrezionalità delle Stazioni Appaltanti.

La proposta dell’Autorità, come si rammenterà e come essa stessa rileva, ricalca essenzialmente quanto anche in quel caso autorevolmente proposto nell’ambito del piano elaborato dal comitato di esperti presieduto dal Manager (attualmente Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale) Vittorio Colao, cui era stato dato il compito di stilare una “road map” per l’uscita dall’emergenza e per il riavvio delle attività, recante “Iniziative per il rilancio 2020-2022” e che parimenti, per gli appalti pubblici suggeriva, da un lato, di concentrarsi, nell’immediato, sulle opere strategiche facendo riferimento alle Direttive europee e, dall’altro, in seconda battuta, di superare comunque l’attuale Codice.

Pur trattandosi di una proposta proveniente da una fonte particolarmente autorevole, l’incertezza che ne deriverebbe dall’attuazione di quanto delineato dall’AGCM e la necessità, in ogni caso, di adottare molteplici disposizioni volte a colmare i vuoti normativi lasciati dalle disposizioni delle Direttive non self executing, lasciano pensare che tale soluzione non sia, nel breve periodo, agevolmente percorribile.

Le disposizioni di legge in deroga in scadenza

Il quadro, che appare già in divenire alla luce di quanto sopra esposto, è reso ancor più complesso dal fatto che tra giugno e dicembre 2021 verranno a scadere una serie di “deroghe a tempo” introdotte o con lo Sblocca Cantieri e o dal DL Semplificazioni e poi prorogate dal c.d. “Milleproroghe” (D.L. n. 183/2020, conv. in L. n. 21/2021). Il riferimento, in particolare e senza pretesa di esaustività, è:

  • alla sospensione, sino al 31.12.2021 (introdotta dallo Sblocca Cantieri, art. 1, comma 1, e prorogata in sede di DL Semplificazioni, art. 8, comma 7), del divieto di appalto integrato;
  • alla possibilità di avviare procedure di affidamento della progettazione anche se i finanziamenti sono limitati alle sole attività di progettazione (art. 1, co. 4 Sblocca Cantieri, prorogato a tutto il 2021 con il Milleproroghe);
  • alle manutenzioni ordinarie e straordinarie sulla base del progetto definitivo «semplificato» (art. 1, co. 6, Sblocca Cantieri, prorogato a tutto il 2021 con il Milleproroghe);
  • alla possibilità di anticipazione al 30% (introdotta dal D.L. n. 34/2020 e prorogata sino al 31.12.2021 dal D.L. n. 183/2020 convertito in Legge);
  • alle disposizioni derogatorie in tema di subappalto, in parte prorogate dal Milleproroghe sino al 30.06.2021 (quota subappaltabile) in parte sino a fine anno (terna, verifiche in corso di gara);
  • alla possibilità di utilizzare la c.d. “inversione procedimentale anche nei settori ordinari (introdotta dal D.L. Sblocca Cantieri e prorogata sino al 31.12.2021 dal D.L. Semplificazioni come convertito in Legge).

Resta poi da sciogliere il nodo delle “semplificazioni” introdotte dall’omonimo DL poi convertito in legge relativamente alle procedure di affidamento. Il riferimento, in particolare per quanto riguarda i sotto – soglia, è all’affidamento diretto per i lavori sino a 150.000 Euro e, per i servizi e le forniture, sino a 75.000 Euro, oltre a tutte le altre disposizioni “a tempo” contenute nel D.L. n. 76/2020.

Ad oggi, infatti, la gran parte delle disposizioni derogatorie recate dal DL Semplificazioni ha una data di scadenza fissata al 31.12.2021. Occorre dunque comprendere quale sia il futuro di tali deroghe a tempo e, dunque, se verranno reiterate o meno.

Conclusioni

In definitiva, sono molteplici gli elementi che depongono per una stagione di novità e rinnovamento per gli appalti pubblici:

  • da un lato, le modifiche al D.Lgs. n. 50/2016 contenute nel DDL annuale comunitaria, di adeguamento rispetto alle contestazioni sollevate a livello comunitario con la procedura di infrazione 2018/2273;
  • dall’altro, la necessità di procedere all’adozione di misure semplificatorie anche e soprattutto in vista dell’impiego delle ingenti somme destinate al nostro Paese rinvenienti dal Recovery Fund.

Con riferimento all’ultimo aspetto citato, la strada intrapresa, tuttavia, non appare al momento quella indicata dall’AGCM. Con molta probabilità non si arriverà quindi, nell’immediato, ad una sospensione integrale del Codice con applicazione delle Direttive UE.

Il percorso invece più probabile e ragionevolmente realizzabile nel breve periodo, che si sta attualmente delineando e che prenderà forma nelle prossime settimane appare in realtà, almeno in parte, quello già perseguito dal DL Semplificazioni (una sorta di DL Semplificazioni 2.0): norme specifiche derogatorie, volte a reiterare / introdurre disposizioni e / o regimi semplificatori.

L’obiettivo più realistico, dunque, attualmente parrebbe essere quello di proseguire, con disposizioni ad hoc (contenute, probabilmente, in un nuovo Decreto Legge o in più provvedimenti) nel solco già inaugurato (pre – pandemia) dal DL Sblocca Cantieri e poi proseguito con il DL Semplificazioni al fine di far fronte alle ricadute economiche negative a seguito delle misure di contenimento e dell’emergenza sanitaria globale del COVID-19.

Questa volta con la finalità ultima di arrivare preparati e puntuali - con un quadro normativo idoneo - all’appuntamento storico rappresentato dall’opportunità delle somme che l’UE, secondo il piano sin qui delineato, inizierà sin da luglio a mettere disposizione dei Paesi membri nel quadro del Recovery Fund.

Avv. Luca Spaziani
Studio Legale Tonucci & Partners